Una produzione Teatro Stabile d'Abruzzo 2011 - Teatro Sociale
Terrateatro e gli attori diversamente abili del Teatro delle Formiche
Con: AngeloTiti, Antonio Agostini, Cristina Cartone, Giancarlo Costantini, Marco Massarotti, Stefania Scartozzi
Video: Marco Massarotti
Foto di scena: Fabio Di Evangelista
Regia: Ottaviano Taddei
Philippe Petit oggi ha 61 anni. E' il più famoso funambolo della storia. La sua più grande impresa è stata quella compiuta nel 1974, quando attraversò su una fune le Twin Towers, diventando il poeta dell'aria.
Lo spettacolo “VIVO NEL VUOTO” è un omaggio a questo grande personaggio dei nostri giorni, originale ed eccentrico, un teatrante dell'aria che fa ancora sognare le nuove generazioni. Il Progetto nasce da un percorso realizzato con gli attori disabili del Teatro delle Formiche che ha portato alla realizzazione di un primo studio dal titolo “Sognando Philippe” e ne vuole essere la sua naturale prosecuzione.
La vicenda, nella sua forza espressiva, è appunto il pretesto per parlare di quella celebre “passeggiata” tra le Torri Gemelle, ma anche per parlare di solitudini che si incontrano. Tentare una improbabile emulazione di una “passeggiata” nel vuoto è una metafora, un tentativo di costruire una visione al limite della realtà. Importante non è quel momento di straordinaria magia; straordinario piuttosto diventa, invece, la sua preparazione, la strada che conduce verso l'irraggiungibile. Può bastare per risvegliare le emozioni. Sullo sfondo ci appare chiaro, tanto da essere un contrappunto naturale della vicenda, il sogno americano e la sua grandiosità : le strade e i suoi suoni, le razze che respirano sotto quel cielo fatto di immense costruzioni, le luci e le insegne. Un sogno che sembra essersi infranto con l'11 settembre, ma che consegna ancora alla nostra memoria immagini mirabolanti: quelle di un puntino che cammina su una corda a 412 metri di altezza. Philippe Petit ha saputo donarci, con le sue imprese al limite della follia, un tentativo di annullare le distanze, di legarle per sempre. I suoi numeri sono veri spettacoli, come essi effimeri, durevoli soltanto poche decine di minuti. Quanto basta per segnalarci il senso della vita, la sua caducità e, allo stesso tempo, la sua grandiosità.
Werner Herzog dice di Philippe Petit:” …mostra l'arte di colmare ed illuminare il Vuoto, un vuoto tra due torri, due orli di precipizio, due pianeti, o lo spazio tra il cuore e lo spirito. Un filo collega ciò che sarebbe rimasto separato per sempre nella solitudine”.