una produzione Teatro Stabile d'Abruzzo 2016
con: Cristina Cartone, Stefania Scartozzi
Scenografie: Massimo Piunti
Oggetti di scena e grafica: Luca Settepanella
Adattamento teatrale e Regia: Ottaviano Taddei
MATERIALE SCARICABILE
Liberamente ispirato alla favola “ Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza” di Luis Sepúlveda
Un prato ricco di “saporite” piante di dente di leone, una vita tranquilla ed abitudinaria. Poi, ecco, all’improvviso, una giovane lumaca che pretende di sconvolgere questo quieto ordine con la sua curiosità e le sue domande insensate: “Perché non abbiamo un nome? Perché siamo lente?”. Così la bestiola “ribelle” decide di allontanarsi, per cercare chi potrà offrire una risposta ai suoi dubbi, suscitando nelle altre rabbia e sarcasmo.Lungo la strada della sua ricerca, incontrerà animali diversi, tra i quali un gufo un po' rattristato per le sorti del bosco e una saggia tartaruga in esilio, come lei lenta. Saranno loro a battezzarla e a dare un senso al suo viaggio.
Nella trasposizione teatrale, la compagnia Terrateatro sceglie di lavorare su due opposti evidenti: due lumache tanto diverse tra loro, l'una con un modo di parlare, di muoversi, di pensare lento, e, per contro, l'altra veloce, istintiva e abitudinaria al tempo stesso. In uno spazio scenico dove prevalgono colore, forme immaginifiche e oggetti quasi parlanti, i personaggi ci trasportano lungo un percorso di crescita interiore. In fondo, giunge per tutti il momento di diventare grandi e di allontanarsi da ciò che si conosce e che rassicura. Perchè l'ignoto è conoscenza e consapevolezza, l'ignoto è la via necessaria per conoscere bene il proprio nome.
Lo spettacolo è liberamente ispirato alla favola “ Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza” di Luis Sepúlveda che, ancora una volta, ama trattare temi come l’amicizia tra diversi, l’empatia e il coraggio di andare contro corrente. Per ricordare a tutti che “la diversità è ricchezza e che va difesa come espressione più gioiosa della vita. La diversità non separa, ma unisce quando si ha la volontà di capirla, fino a diventare il motore di una nuova rinascita”. E ancora... che il tempo è prezioso e non sempre è un bene vivere freneticamente: rischiamo di perdere gli appuntamenti importanti e indispensabili che la vita ci riserva. Meglio essere lenti!